HERMES/MERCURIO, IL DIO IN VOLO TRA I MONDI
Hermes/Mercurio è il figlio di Zeus e Maia, la dea patrona del mese di Maggio e dello schiudersi della vegetazione. Come affermato da Eschilo nelle “Coefore”,vv.812 -818, egli è il dio più favorevole, se lo vuole, a portare ogni azione a prospero successo.
Benigno, egli rivela molte cose segrete, parlando in criptici termini. Tiene il suo volto nell’ombra dell’oscurità e anche di giorno non è palese.
Egli è il dio più onorato nel pantheon celtico. Hermes guida gli esseri umani durante i viaggi e sulle strade (Gaius Iulius Caesar, De bello gallico, liber VI, 17) .
Non è un caso che egli sia la fonte, fra altre cose, del linguaggio stesso, lo stimolo della civilizzazione. Il dio è anche la sorgente da cui derivarono i fiumi della retorica, l’arte della persuasione tramite il discorso (Horatius, Carmina I, 10 vv.1, 2).
Suo nonno Atlante, figlio di Giapeto, fu condannato da Zeus a sostenere il cielo sulle proprie spalle (Esiodo, Teogonia v.517) . Il Titano divenne pertanto un condotto fra cielo e terra.
Lo stesso Hermes è un dio fra i regni, un intermediario, come Ecate, dagli dei superni nei cieli agli esseri umani sulla terra e dalla terra agl’Inferi, dove porta le anime dei morti al traghetto con la sua bacchetta d’oro (Horatius, Carmina I, 10 v.17).
Egli esorta ad avere libertà, indipendenza, piena facoltà di parola, assenza di tristezza, nobiltà d’animo e il riso, in quanto sono cose leggere, molto facili a portarsi (Luciano di Samosata “Necricòi diàlogoi” X ,9).
DIO DELLA COMPETIZIONE
A lui competono la trasgressione ed il superamento dei limiti e come tale aveva un altare ad Olimpia come “Enagònios”, protettore degli atleti in competizione (Pausania, V).
Preso l’aspetto di un bel giovane condusse in sicurezza il re Priamo attraverso l’esercito nemico (Horatius, Carmina I, 10 v.17).
Pur essendo solo un bambino fu il primo a scuoiare buoi e ad arrostirli. La fragranza delle carni cotte lo stuzzicava ma si astenne dall’ assaporarle (Omero, Inno a Hermes).
Con il guscio di una tartaruga creò la lira, con la quale poi placò il fratello Apollo , giocosamente adirato per il furto degli armenti (Omero, Inno a Hermes).
Fu padre, fra gli altri, di Pan e del famoso ladro Autolico, il nonno di Odisseo.
A quest’ultimo mostrò l’uso dell’erba “moli”, per renderlo immune agli incantesimi di Circe (Omero, “Odissea”)
Tecnica olio su tela. Dipinto da Vanessa Foschi. Scritto di Vanessa Foschi, 2017/2018. Tutti i diritti riservati