GIUNONE LA GRANDE
Giunone la grande regina degli dei ha ispirato Carla Roselli in questo dipinto.
Servio (Servii Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, I, 4) definisce Giunone (Juno) la grande dea che giova; egli ne fa derivare il nome dal verbo iuvo (giovo) :
cum a iuvando dicta sit Juno; saevam dicebant veteres magnam. Virgilius dixit eam saevam quod saevam dicebant veteres magnam
La potenza e l’impulso della dea si spiega in molti ambiti: aveva l’appellativo di Curitis perché si serviva di carro ed asta; di Lucina perché presiede alla venuta alla luce degli uomini; di Regina perché incede regina degli dei (Servii Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, I, 8):
Iuno multa habet numina: est Curitis quae utitur curro et hasta; est Lucina quae partibus praeest, ut Iuno Lucina fer opem; est regina ut quae divum incedo regina
Come attesta Virgilio ella ama spesso cingersi di armi (Servii Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, I, 16).
Che ella avesse un carro è certo, come risulta dalle invocazioni alla dea nelle feste e nei riti di Tivoli (Servii Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, I, 17):
habere enim Iunonem currus certum est. Sic autem esse etiam in sacris Tiburtibus constat, ubi sic precantur Iuno curitis tuo curro clipeoque tuere meos curiae vernulas
Secondo Omero uno dei luoghi preferiti in cui lasciava il carro e le armi era l’amata Argo.
Livio ricorda che una lancia era conservata nel tempio di Iuno Sospita a Lanuvio (Titus Livius, Ab urbe condita libri, XXI).
Pausania (Pausania, Periegesis, Arcadia) riferisce una tradizione secondo cui la dea fu allevata in Arcadia, dove aveva tre diversi templi .
POMI D’ORO DELLE ESPERIDI E DRAGONE
Quando furono celebrate le nozze di Giunone tutti gli dei portarono doni in suo onore; la Terra fece nascere nelle sue regioni più lontane un albero recante pomi d’oro; poiché le Esperidi, figlie di Atlante o di Espero li coglievano, la regina, sentendo che il proprio aureo albero veniva spogliato, mandò un dragone insonne a custodirne i rami giorno e notte. Il drago fu poi ucciso da Ercole e i pomi furono da questi asportati, in ottemperanza alle imposizioni di Euristeo; l’eroe aveva compiuto una delle dodici fatiche (Servii Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, IV).
Dipinto da Carla Roselli. Tecnica olio su tela. Scritto di Vanessa Foschi, Giugno 2019. Tutti i diritti riservati.
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