LATONA APOLLO DIANA E DRAGO DI PITO

Latona Apollo e Diana

Latona Apollo e Diana

 

 

 

 

In questo dipinto di Carla Roselli è rappresentato il piccolo Apollo, il dio nato vicino alla bellissima, svettante palma di Delo rocciosa (Inni Omerici, III, 18).

DRAGONESSA DI PITO

Latona Apollo e Diana

Dragonessa di Pito, dettaglio del dipinto Latona Apollo e Diana di Carla Roselli, mitologia – Python, dragon painted by Carla Roselli

 

Egli è colto nell’atto di scoccare i suoi brillanti dardi contro la dragonessa; antico flagello della terra e del mare, essa dimorava alle falde del Parnaso, monte così chiamato per l’arca (Làrnaka) di Deucalione che vi era approdata dopo il diluvio.

 

Little Apollo, son of Zeus and Leto, killing Python with his silver bow, oil painting on canvas by Carla RoselliLa dragonessa si chiamava Délfina secondo Meandrio (Scholia in Apollonii Rodii Argonautica, B 7, II). Essa era famosa per essere stata prescelta da Era come nutrice del portentoso Tifeo, gigante da lei generato senza l’intervento del consorte Zeus (Inni Omerici, III). Callimaco invece riteneva che il mostro fosse un maschio e si chiamasse Pito. Egli così lo descrive: Pito, grande serpente che con terribili fauci cinge intorno il Parnaso in nove giri delle attorte spire.

PYTHON

Secondo Stazio (Tebaide, I, 562-569) Pitone era un mostro verde azzurro lungo cento iugeri e nato dalla terra; le sue sinuose volute cingevano Delfi in sette oscure curve; con lo sfregamento delle squame cangianti torniva persino i durissimi tronchi delle querce annose; dalla sua lingua triforcuta gocciolava nero veleno; Apollo lo abbatté cogliendolo mentre si dissetava alle acque della fonte Castalia; e dovette consumare molte frecce apportatrici di letali ferite.

postquam caerulaei sinuosa volumina monstri /

terrigenam Pythona, deus, septem orbibus atris /

amplexum Delphos squamisque annosa terentem /

robora, Castaliis dum fontibus ore trisulco /

fusus hiat nigro sitiens alimenta veneno /

perculit absumptis numerosa in vulnera telis /

Cirrhaeique dedit centum per iugera campi /

vix tandem explicitum

Secondo l’autore dell’Inno Omerico ad Apollo il luogo dell’impresa del dio fu detto Pito, dal verbo πυθω:  perchè  è lì che le fiamme possenti del sole fecero dissolvere l’immane drago sulla terra nutrice (Inni Omerici, III, vv. 370-4).

PANACEA – RIMEDIO DI TUTTI I MALI

Dalle intonse chiome di Apollo stillano gocce rimedio contro tutti i mali; dove esse cadono a terra le cose tutte non saranno lese da morte (Callimaco, Inni, 38-41).

Goddess Leto painted by Carla Roselli

Detail from the painting Apollo Latona and Artemis by Carla Roselli

DIO DELLA MEDICINA

Da Apollo i medici hanno appreso a differire la morte (Callimaco, Inni, II, 46).

LATONA APOLLO E ISOLA DI DELO ASTERIA

Alla nascita del puro Apollo i cigni sette volte volarono in cerchio intorno a Delo (Callimaco, Inni, 4, 249-254); per quel giorno l’isola divenne tutta d’oro; le sue limpide acque e le sue fonti in lucidi torrenti inondarono aurei campi; candide sfavillarono degli ulivi le chiome  (Callimaco, Inni, IV, 260-264).
Prima della nascita del dio l’isola errava sul mare e gli dei la chiamavano Asteria: perché la vedevano dall’alto rifulgere nitida come un astro fra le onde azzurre (Pindaro, Peani).
Secondo Callimaco Asteria era saltata in mare trasformandosi in isola per sfuggire a Zeus. Essendo stata l’unica ad accogliere la mite Latona Apollo la rese sacra e inviolabile, colmandola di ricchezze;  ché Apollo è ricco d’oro e di tesori, come si poteva ben vedere a Delfi (Callimaco, Inni, II 34).

Nel dipinto Carla Roselli raffigura con Apollo la madre Latona, la sorella Diana e il delfino, animale in cui il dio si trasformò per condurre a Delfi i mercanti cretesi, futuri custodi del suo oracolo (Inni Omerici, III, v.400).

Leto Apollo and dolphin

Latona Apollo delfino

 

 

Apollo Tegireo

Plutarco (Pelopidas, XVI, 2-5) riporta una tradizione secondo cui non fu nell’isola errante di Delo ma in Beozia, ai piedi dell’omonimo monte, fra due fiumi chiamati Palma e Ulivo, che nacque Apollo. Ivi Latona rimase spaventata alla vista di un cinghiale sbucato da un cespuglio. Qui sorse un oracolo famoso fino ai tempi delle guerre persiane; alle sue spalle sgorgavano due sorgenti dalle acque dolcissime, fredde e cristalline.

Il nome della località era Tegira; essa fu più tardi resa famosa per essere il luogo in cui i gli Spartani persero il primato della loro invincibilità; autore dell’impresa era stato Pelopida, il comandante del battaglione sacro di Tebe.

Tecnica olio su tela. Dipinto di Carla Roselli, diametro. cm.120. Scritto di Vanessa Foschi, Aprile 2020.Tutti i diritti riservati.
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