REA, LA DIVINA MADRE
In questo dipinto di Carla Roselli è raffigurata Rea/Cibele, divina madre delle fiere, dalle fiere allevata (Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, I). La dea dirige la forza di tutte le belve dotate di zanne taglienti, liete di sangue.
A lei sono cari l’ululato dei lupi e i leoni dagli occhi di fuoco; le balze coperte di selve e le profonde valli echeggianti (Inni Omerici, XIV, vv.15, 16).
Da Rea, che ha il bel trono sul Dindimo dirupato, hanno compimento i venti, il mare, l’innevata sede d’Olimpo e la terra al di sotto; grazie al suo potere cessano le raffiche di tempesta; quando ascende dalle sue montagne in cielo lo stesso Zeus le cede il posto; e tutti gli altri dei beati riveriscono la terribile dea (Apollonio Rodio, Argonautiche, I, 1092-1102).
Ella infonde sicurezza sui luoghi eccelsi, siano essi monti o alte mura.
Sullo sfondo del quadro sono rappresentati gli anfratti del monte Ditta, nell’isola di Creta, in quanto luogo del celamento del bambino Zeus.
Si narra, dice Lucrezio (De Rerum Natura, II, 33), che ivi i Cureti Dittei un tempo avessero occultato il famoso vagito di Zeus. Fanciulli intorno a un fanciullo, armati, con infaticabile danza, battevano il bronzo sul bronzo. Scuotevano ritmicamente le terrificanti creste degli elmi. Il fracasso era motivato dal fatto che Crono/Saturno, se avesse scoperto il figlio, lo avrebbe portato alle mascelle e masticato. Al suo posto Rea propinò al consorte una pietra in fasce.
AMALTEA
Carla Roselli raffigura in questa seconda tela Rea/Cibele, gran madre Berecinzia degli dei, alla falde del monte Ida cretese. Accanto alla dea c’è il piccolo Zeus, per il quale l’isola di Creta fu scelta dalla madre come fidata culla. Egli siede con la sua nutrice, la capra Amaltea.
NAVI SACRE
La dea ama dimorare sulle montagne, fra le sue selve dilette . Piante di resinoso pino crescevano in un boschetto sacro sulla vetta più alta del monte Ida di Dardania. Di esse Rea si diede particolare cura : impetrò e ottenne dal figlio Zeus/Giove di poter tramutare i vascelli per la cui costruzione erano state utilizzate in dee antropomorfe. In tal modo le navi evitarono di perire nell’incendio appiccato dai nemici del principe Enea e divennero divinità delle spumeggianti distese del mare, come le Nereidi Doto e Galatea. (Virgilio, Eneide, IX, vv. 85-106)
CARRO ALATO
Nel dipinto Rea è alla guida di un carro alato trainato da serpenti, successivo appannaggio della figlia Demetra.
Sul fregio è intarsiata un’ impresa di Zeus adulto, la traversata dalla Fenicia a Creta in forma di toro. La principessa Europa si aggrappa sulla sua groppa. Dall’unione tra i due nascerà la dinastia di Minosse, che stabilì la supremazia sul mare e il dominio sulle isole, assoggettando a tributo di sangue umano persino Atene.
DATTILI IDEI E LAVORAZIONE DEL FERRO
Si dice che la madre degli dei fu colei che insegnò l’arte della lavorazione del ferro ai Dattili Idei; abitatori del mirabile antro sull’ellespontico Ida, dove successivamente avvenne il giudizio di Paride, essi furono i primi a battere tale metallo (Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, XVII, pag.251).
Loro omonimi sono i Dattili Idei cretesi di cui Stesimbroto di Taso (107 F12 Jacoby) narra l’origine: essi sarebbero nati dalla terra del monte Ida di Creta, lanciata dalle dita (datyloi) delle nutrici di Zeus dietro suo ordine. Di essi due, Tizia e Cilleno, hanno nome di assistenti della Madre e Reggitori del destino (Apollonio Rodio, Argonautiche, I, 1126, 1127).
CORIBANTI
Altri sacerdoti di Rea, i Coribanti, furono gli scopritori delle tavole dove si scrivevano le leggi, le cosiddette kurbeis, a quanto raccontava Teofrasto (Scholia in Aristophanis Aves, glossa 1354).
Tecnica olio su tela. Dipinto da Carla Roselli. Scritto di Vanessa Foschi, 2017/2018. Tutti i diritti riservati.
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