BACCO DISTESO FRA L’EDERA
Vanessa Foschi qui raffigura l’edera, divino virgulto di Bacco. Sofocle nell’Edipo a Colono, canta l’edera come pianta dal divino fogliame, scura come vino; essa produce mille frutti ed è folta di inaccessibili foglie, che proteggono dal sole, dai venti e da tutte le intemperie. In mezzo ad essa il dio e innumerevoli uccelli amano folleggiare.
Bacco, il più giocondo degli dei olimpici, è salutato da Plauto nel “Gorgoglione” come “leggiadro signore del vino” (vinipollens lepidus Liber). Grappoli d’uva e corimbi di vite lo coronano.
Il suo animale è la tigre, fiera dalla “spaventosa simmetria”, i cui occhi “ardono brillanti nelle foreste della notte”.
Sulla sinistra una Baccante porta un canestro: la vista del suo contenuto è preclusa ai non iniziati.
Tecnica olio su tela. Dipinto da Vanessa Foschi. Scritto da Vanessa Foschi. Tutti i diritti riservati.
IL PICCOLO BROMIO
Fra gli dei Bacco/Bromio (il “Chiassoso”) fu l’inventore del vino. Secondo Nonno di Panopoli fu ispirato dalla vista di serpenti che mangiavano dell’uva. Per schiacciamento dei denti, dalle loro mascelle colava un rosso liquido schiumante. Così egli insegnò agli uomini a pigiare il frutto della vite usando una pietra concava.
Nel corso della spedizione indiana Dioniso mutò in vino l’acqua dei fiumi per inebriare i suoi nemici.
Per Tiadi, Baccanti e Menadi, sue seguaci che superano ogni ostacolo, fece sgorgare fonti di vino, scorrere rivoli di ricco latte e cadere miele dai tronchi (Horatius, Carmina, II, 19, vv.9-12).
Tutta la landa del Parnaso è il dominio di Bacco Bromio (il Rumoroso), condiviso con Apollo. Durante i tre mesi invernali le sacerdotesse Tiadi partivano da Atene conducendo le sacre danze, lungo diverse tappe, fino qui (Pausania Focide). Nei miti orfici si sosteneva che Iacco, una versione precedente del Bacco tebano, fu smembrato dai Titani e che i resti del suo corpo, eccezion fatta per il cuore, furono qui interrati da Apollo sul monte Parnaso.
Pur essendo apportatore di gioia e spensieratezza, durante feste e conviti, non diventa mai ubriaco.
DIO DALLE CORNA DI TORO
In questa tela Vanessa Foschi dipinge Bacco, cui Zeus stesso, il padre degli dei, diede la luce la seconda volta. Lo fece dopo averlo innestato nel suo polpaccio con fibbie d’oro (Euripide, Baccanti).
Durante il suo concepimento, il dio del fulmine aveva assunto le forme di creature dal sangue sia ardente che freddo; toro cornigero, audaci, villosi felini, sinuoso serpente: di esse il figlio sarebbe stato signore e incarnazione (Nonno di Panopoli, Dionisiache, VII).
Come gli dei fluviali, anche Bacco è dotato di corna taurine. Egli, fra la vegetazione, stimola e accelera la crescita dei semi nel terreno. Allo stesso modo, come una lente, mediatore di pace e guerra, ingrandisce e rinvigorisce gli impulsi naturali della psiche umana. Un decasillabo alcaico di Orazio (Carmina, II, 19, v.28) così suona:
pàcis eràs mediùmque bèlli
Tecnica olio su tela. Dipinto da Vanessa Foschi. Scritto di Vanessa Foschi. Tutti i diritti riservati
BACCO, PORTATORE DI LUCE
Quest’opera vede dipinto da Vanessa Foschi Bacco disteso. Fra gli dei egli è anche chiamato il “Portatore di luce” (Fosforo). Ai suoi piedi serpeggia l’edera, che lo protesse dalle fiamme alla sua prima nascita. Sulle sue spalle si avvinghiano i serpenti con cui suo padre lo incoronò. Sulla destra sono le montagne di Creta dove fu allevato da Rea/Cibele sua nonna.
Conduce di notte ritmiche danze. In esse i vecchi si scrollano dalle membra la vecchiezza. I giovani vorticano con selvaggio abbandono, soffuso di grazia, al battito di tamburelli (Aristofane, Rane, vv. 340-351).
Dipinto da Vanessa Foschi. Scritto di Vanessa Foschi. Tecnica olio su tela. Tutti i diritti riservati
BACCO – DIO LIBERATORE
Nel dipinto “Bacco e Penteo” di Vanessa Foschi, c’è Bacco/Dioniso, il “nato due volte” fra gli dei celesti. Egli è raffigurato mentre conduce il re di Tebe Penteo al Monte Citerone ed alla sua rovina. Penteo è travestito come una donna per spiare sui sacri riti delle Baccanti/Menadi, vietati agli uomini. La veste rossa prefigura il suo sanguinoso squartamento per mano loro. I suoi occhi hanno pupille verticali come quelle dei rettili per evocare la sua ascendenza: infatti suo padre Echione balzò dalla Terra in cui furono seminati i denti del fatidico serpente di Ares.
Tecnica olio su tela. Dipinto da Vanessa Foschi. Scritto di Vanessa Foschi. Tutti i diritti riservati
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