Invitto dio della profezia

  • 21 agosto 2018
Invitto dio della profezia Apollo-dipinto-olio-su-di-Vanessa-Foschi-diam.-cm.120-Apollo-Undefeated-oil-on-canvas-painting-by-Vanessa-Foschi-diam.-cm.120

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INVITTO APOLLO

“Apollo Invitto”, dipinto di Vanessa foschi. Tecnica olio su tela. , diametro cm.120. Tutti i diritti riservati. Questo dipinto è stato realizzato dall’artista italiana italiana Vanessa Foschi, nata a Rimini, nell’anno 2014.

Per maggiori informazioni contattateci al seguente indirizzo: vanessa.foschi@yahoo.it

APOLLO IL VATE

Sullo sfondo del dipinto “Apollo invitto” di Vanessa Foschi si possono osservare le brillanti vette gemelle del monte Parnaso, il seggio profetico. Era stato chiamato, nei famosi gliconei di Euripide (Fenicie vv. 226, 227 )  “roccia splendente che proietta una duplice vampa di fuoco”. Come affermato da Eschilo nel prologo delle Eumenidi (vv. 21-27), sotto la sua sommità si trova il cavo antro Coricio sacro alle Ninfe, nei cui recessi gli dei amano dimorare, e dove gli abitanti di Delfi in tempi bui solevano nascondere di tesori dell’oracolo, come attestato da Erodoto.

MONTE PARNASO

Ovidio dice che questo fu il luogo dove approdò la piccola barca di Deucalione, figlio di Prometeo, dopo il diluvio. Tutto il resto era stato coperto dal mare, a causa dell’ira di Zeus contro il malvagio genere umano. Qui il giusto Deucalione, insieme alla moglie Pirra, levò la sua prima preghiera alle Ninfe della grotta Coricia e al potente  spirito della montagna (Metamorfosi I, vv. 315-320) :

Separat Aonios Oetaeis Phocis ab arvis,/terra ferax, dum terra fuit, sed tempore in illo/ pars maris et latus subitarum campus aquarum; /mons ibi verticibus petit arduus astra duobus, /nomine Parnasus, superatque cacumina nubes: hic ubi Deucalion (nam cetera texerat aequor)/cum consorte tori parva rate vectus adhaesit, / Corycidas nymphas et numina montis adorant/ fatidicam Themin, quae tunc oracla tenebat

APOLLO E BACCO

Tutta la landa  è anche il condiviso dominio di Bacco  Bromio (il Rumoroso). Durante i tre mesi invernali le sacerdotesse Tiadi partivano da Atene conducendo le sacre danze, lungo diverse tappe, fino qui (Pausania Focide). Nei miti orfici si sosteneva che Iacco, una versione precedente del Bacco tebano, fu smembrato dai Titani e che i resti del suo corpo, eccezion fatta per il cuore, furono qui interrati da Apollo sul monte Parnaso.

La montagna si staglia contro il cielo di Delfi. Apollo ricevette la sede fatidica dalla  nonna materna Febe (Diodoro, Biblioteca Storica V, 67). Fu un regalo di compleanno (Eschilo, Eumenidi, vv. 6,7). La precedente detentrice dell’oracolo era stata Temi che lo aveva ereditato dalla Terra stessa.

Da suo padre Zeus Apollo ebbe anche l’arte della profezia (Eschilo, Eumenidi, v.17). Il re degli dei gli fece giurare che con nessun altro avrebbe condiviso il privilegio di conoscerne i pensieri ed i segreti divisamenti (Inni Omerici, IV, vv. 533-535). Egli getta oracoli attraverso i suoi profeti da un focolare di eterno fuoco. Esso era situato al centro della terra (Euripide, Ione, vv. 461-464,  Eschilo, Coefore, v. 1037)

APOLLO E PROFEZIA

 Per quanto riguarda le dinamiche della profezia, tutte le creature corporee vivono in una definita intersezione spazio-temporale. Quando il ricettacolo del dio Apollo è colpito dalla profezia egli diventa capace di dispiegare la propria coscienza come una rete gettata nell’oceano, sperimentando il passato presente e futuro allo stesso tempo;  si sposta poi nelle ombre del passato e così facendo allinea se stesso con il possibile esito temporale; poi, come un sughero galleggiante, tira la rete dall’abisso salvando il filo. Il “pulsante” che attiva l’accesso alla conoscenza può essere la giusta domanda, la presenza di una certa persona o un luogo saturo di forti impronte residue, come accadde alla schiava Cassandra di fronte alla reggia degli Atridi (Eschilo, Agamennone, vv. 1091-1129).

APOLLO SMINTEO

Nel dipinto il piede del dio posa su topi, come nel santuario di Apollo Sminteo in Ionia. Qui, come testimoniato da Strabone, XIII, venivano nutriti e venerati topi mansueti, per propiziare il dio: ché Apollo può schierare e ritrarre legioni di topi come desidera.

Invitto Apollo, dipinto olio su tela di Vanessa Foschi, topo

 

PORFIRIONE, RE DEI GIGANTI

Invitto Apollo, dipinto olio su tela di Vanessa Foschi, Porfirione

 

Il lungisaettante Arciere fra gli dei greci, è dipinto da Vanessa Foschi il momento prima di uccidere con la sua spada d’oro Porfirione. Questi era il re dei figli della Terra, chiamati “Giganti”. Lo aveva abbattuto con una freccia dell’arco d’argento.

 

Dipinto da Vanessa Foschi, tecnica olio su tela, diametro cm.120 . Scritto di Vanessa Foschi, Marzo 2017/Giugno 2018. Tutti i diritti riservati

 

Invitto Apollo, dipinto olio su tela di Vanessa Foschi